Terminare una serie, soprattutto una alla quale ci si è affezionati, mette sempre una gran tristezza; mi mancheranno Sophie e la sua ironia, sono state delle compagne di lettura indimenticabili."Spell bound", ultimo volume della serie Hex Hall, non delude le aspettative. Come nei volumi precedenti, non mancano l'azione e quel pizzico di love story, che non guasta mai, sempre presente ma mai preponderante, un equilibrio perfetto!Alla fine del precedente volume avevamo lasciato una Sophie in fuga dalla nuova residenza del Consiglio, ormai in fiamme e diventata una trappola mortale per quasi tutti i suoi abitanti. La forza della disperazione spinge Sophie ad usare l'Itineris, per mettersi sulle tracce di sua madre e rimanere al sicuro.La prima parte di questo libro ci svela qual è l'altro ramo della famiglia di Sophie, una rivelazione inaspettata, ma perfettamente coerente, che spiegherà tante cose sui motivi che hanno spinto la madre del nostro Demone preferito a scappare. Vorrei dirvi di più, peccato che poi vi rovinerei la sorpresa e questo proprio non voglio farlo, dovete scoprirlo da soli e lasciarvi sorprendere dalla Hawkins!Quando finalmente sembra che tutto vada bene, quando l'intera famiglia si è riunita, Cal e Jenna sono nuovamente al fianco della nostra protagonista, ecco che qualcosa arriva a sconvolgere l'equilibrio appena ritrovato.In un battito di ciglia, Sophie, Cal e Jenna, si ritrovano a Hex Hall, più decadente e spettrale che mai. Chi li ha riportati in quel luogo in cui tutto era cominciato? E quali sono i loro piani?Siccome sono perfida, vi lascio con queste domande a rodervi il cervello, alla ricerca di risposte che troverete solo leggendo quest'ultimo libro.E' stato sempre difficile fin'ora recensire questi tre libri: tante cose da dire, ma con l'altissimo rischio di rivelarvi troppo e, quindi, rovinarvi la sorpresa. Il bello della serie Hex Hall, e quindi anche di "Spell bound", è che si viene risucchiati in un vortice di azione dal quale si esce solo alla fine! La noia non è contemplata durante la lettura, anzi, non riuscirete a smettere di pensare e fare congetture per cercare di trovare le risposte a tutti gli enigmi che costellano ogni capitolo.Vi starete quindi chiedendo se non vi siano difetti, lo so. Beh, ci sono, dopotutto è raro trovare libri che non ne abbiano.Avrei preferito che la Hakwins avesse dato un po' più di spazio nella seconda parte alla famiglia della madre di Sophie: dopo l'iniziale focalizzazione su di essa, arriva quasi a sparire. Cosa che ho riscontrato anche con il personaggio di Thorin che, da come era stato presentato, immaginavo avrebbe avuto un ruolo più rilevante, credo lo si sarebbe potuto "sfruttare" meglio.Anche il finale non mi ha del tutto convinta, la scelta fatta dell'autrice credo sia un po' azzardata.Nel complesso "Spell bound" mi è piaciuto, anche se un po' meno di "Demonglass", perché l'autrice ha mantenuto intatte tutte le caratteristiche che hanno contraddistinto la sua scrittura nei precedenti volumi, ovvero una frizzante ironia, tanta azione e uno stile scorrevole e accattivante!