L'Antro di Aredhel

Anger

Anger - Isabel Abedi Quando avevo deciso di leggere questo libro sapevo che il rischio di prendere una cantonata sarebbe stato alto. Chi di voi, leggendo la trama, non ha subito pensato ad Hunger Games?Le analogie tra i due libri ci sono, ma fortunatamente sono poche e non molto rilevanti. Piuttosto, Isabel Abedi è riuscita a sorprendermi molte volte nel corso della lettura, cosa molto piacevole a mio parere.Difetti? Sì, ce ne sono alcuni in "Anger", ma di questo parleremo più avanti!Quando Quint Templehoff decide di girare un film su un'isola deserta al largo di Rio, dodici ragazzi accettano di farne parte, ciascuno con una motivazione diversa. Resteranno su quell'isola per tre settimane durante le quali sta a loro decidere come comportarsi, chi essere o non essere, seguendo le poche ma semplici regole di un gioco che diventerà sempre più ambiguo e pericoloso.Ho apprezzato molto il fatto che i ragazzi non sapessero cosa avrebbero dovuto fare una volta arrivati sull'isola e, soprattutto, che avrebbero partecipato a quel gioco in cui uno di loro è l'Assassino e gli altri sono le vittime. Ora, quando lessi la trama ero sicura che si trattasse di un vero e proprio assassino, incaricato di uccidere gli altri 12 compagni. Immaginate la mia sorpresa quando ho capito che non era così ( e sì, fatevi anche due risate). Bene, un punto a tuo favore Abedi!Come al solito la narrazione dell'autrice è molto coinvolgente, mi piace soprattutto quando fa intervenire la protagonista che sa già cos'è accaduto e quindi ci prepara agli avvenimenti che per noi sono ancora sconosciuti. Come avrete capito il pov è della protagonista femminile, Vera, tuttavia abbiamo anche l'alternanza con uno maschile. Se inizialmente era sicurissima che a parlare fosse Templehoff, man mano che la storia proseguiva cominciavo a capire che qualcosa non andava e quel personaggio maschile era cambiato. Mi sono ritrovata spesso a chiedermi se fosse o meno lui, lambiccandomi il cervello alla ricerca di una risposta.Ma ora torniamo alla storia e ai suoi protagonisti. Dodici ragazzi, dicevo, ognuno di loro rispecchia un personaggio fortemente stereotipato e con una scarsa caratterizzazione. Paradossalmente sono riuscita a capire più cose di loro dai quadri di una partecipante che dalle parole dell'autrice. Avrei gradito invece un po' più di caratterizzazione, se non altro mi avrebbe aiutata a compredere meglio i personaggi.Se all'inizio il gioco sembra innocuo, man mano diventa sempre più pericoloso e l'incertezza e la paura sull'isola dilagano. I ragazzi già eliminati stanno bene? Cos'è successo loro? Sono davvero rimpatriati?Sono le stesse domande che si pone la protagonista e che riecheggiano nella mente dei partecipanti restanti.Naturalmente non mancano gli incidenti, che arricchiscono la trama e confondono il lettore, le vicende prendono sempre più una piega inquietante, fino all'epilogo della storia che lascia ancora a bocca aperta per le rivelazioni che porta con sé.L'autrice ha cercato anche d'inserire la storia d'amore, tuttavia l'ho trovata molto superficiale, così come l'improvviso innamoramento della protagonista . Questa carta sarebbe potuta essere giocata molto meglio, un vero peccato.L'ultimo appunto è per la traduzione che mi ha lasciata disorientata parecchie volte, molti passaggi sono ambigui e poco chiari e questo ha rallentato la lettura.Per tutte queste ragioni il mio voto è di quattro su cinque, la storia è senza dubbio originale e ben articolata, ma non manca di difetti.

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